Il Cammino di Sanremo

- Resistenza Cantautoriale On The Road -


Il Cammino di Sanremo fu un omaggio alla Follia. Sì, perché è davvero da matti mettere in opera un'escursione donchisciottesca che vada da Roma a Sanremo, d'inverno, praticamente senza risorse, fatta eccezione per il buon cuore degli amici e dei sostenitori della Musica d'Autore.



Mentre camminavo, in costante filodiffusione nella mia mente ronzava la voce di Nicolino Pompa. Egli - all'epoca già di stanza nell'OltrePompa - sciorinava contro di me un adagio del Cervantes, lo stesso che già tante volte aveva usato in vita per cercare di farmi rinsavire, ogni volta che mi mettevo all'inseguimento di una nuova bislacca fantasia:
" Iddio ti accompagni e Nostra Signora della Peña di Francia, e la Trinità di Gaeta, o fiore, o crema, o spuma dei cavalieri erranti! Vai, campione del mondo, o cuore d'acciaio, braccio di bronzo! Nuovamente, che Dio t'accompagni e possa tu tornare libero, sano e salvo alla luce di questa vita che lasci per seppellirti in cotesta tenebra di cui sei andato in cerca. "



Bè, non mi dilungo oltre, anche perché sarebbe inutile - oltre che impossibile - tentare di concentrare in poche righe un'esperienza piena di sfaccettature e di contraddizioni artistiche ed umane.
Lascio che a parlare siano le foto e i filmati, ché meglio d'ogni parola possono raccontare quei mitici ventitre giorni trascorsi a spasso in giro per l'Italia. Con me c'erano il quadrupede Max (il mio Canager), Giuseppe Trusso Sfrazzetto e - a fasi alterne - un bel po' d'altri personaggi. Tra questi ci tengo a ricordare la cara Sabina Magrini, che ci accolse con entusiastico coinvolgmento in occasione della conferenza stampa di presentazione in Discoteca di Stato. Lo stesso valga per il preziosissimo Salvatore Lo Castro, che - assieme a Marie Eve Merillou - ci aprì le porte di casa in quel posto incredibile che è Bussana Vecchia. Loro per me ci sono ancora.



Nel manifesto del Cammino di Sanremo c'era scritto: "Il gesto di Del Grillo rivendica il diritto alla sopravvivenza editoriale e mediatica di tutti quelli che come lui si muovono al di fuori dei canali produttivi e commerciali di massa. Lui sceglie di parlare sottovoce quando tutti urlano, di andare lentamente mentre tutti corrono. Lui è peggio di Don Chisciotte, perché quello almeno andava a cavallo." Quindi è più corretto affermare che il Cammino di Sanremo fu un omaggio al Sogno, più che alla Follia, perché è la Vita in sé ad essere fatta di sogni. E noi, in quei folli giorni di sogno, eravamo vivi più che mai.
Giovanni Del Grillo